martedì 21 ottobre 2008

Il maestro unico in Europa è una prassi

Il maestro è già unico. In tutta Europa

Il radicale Strik Lievers sul decreto Gelmini

di Elena Inversetti per tempi.it

È questione di realismo. «La scuola primaria è diversa dalla secondaria. Alle elementari il bambino non ha bisogno di spinte contraddittorie, ma di un’unica figura di riferimento. Perciò la protesta seguita all’introduzione del maestro unico da parte del ministro Gelmini non si spiega se non con motivazioni ideologiche, frutto di una mentalità sindacalista». Non si risparmia Lorenzo Strik Lievers, radicale della prima ora e docente di Storia e didattica della storia all’Università di Milano Bicocca. «È pretestuoso parlare di progressismo e pluralismo, non si fa altro che avvalorare una logica miope che arriva a strumentalizzare i bambini per fini politici». La battaglia per una giusta educazione, «che secondo me è anzitutto una questione di libertà», ha sempre trovato Lievers in prima linea, fin da quando, nel 1990, «da senatore vidi arrivare la proposta di legge che avrebbe introdotto nella scuola primaria i cosiddetti moduli: tre insegnanti equamente divisi su due classi. Una riforma dovuta fondamentalmente a ragioni di tipo sindacale, per garantire nuovi posti di lavoro. Sono impallidito: se la pluralità dei docenti, che insegnano cose diverse con metodi diversi, è l’ideale per favorire l’apprendimento e lo sviluppo della capacità critica di un liceale, per un bambino è drammatico. Quando gli insegnanti vogliono collaborare e vanno d’accordo non insorgono grossi problemi, ma se invece, come normalmente accade, non si riesce a concordare criteri omogenei, il bambino è disorientato». Lievers all’epoca presentò un emendamento alla legge a favore dell’insegnante prevalente, «che io preferisco chiamare insegnante stellare, perché si tratta dell’insegnan-te che si serve delle materie principali per educare una persona. Dove poi il docente non è in grado di arrivare, per esempio nell’insegnamento dell’inglese o della musica o dell’educazione motoria, allora si affiancherà un altro insegnante, diciamo “secondario”. Una soluzione che poi è stata introdotta da Letizia Moratti per le prime classi, mentre, da parte nostra, riuscimmo a ottenere che nelle scuole paritarie il modulo non fosse obbligatorio, quindi la Gelmini non ha fatto altro che rendere stabile una realtà già esistente». Nessun paese euro-peo, del resto, prevede nella scuola prima-ria la pluralità dei docenti. «Solo in Italia vige l’organizzazione modulare. Perciò, anche in questo caso, la Gelmini ha scoperto l’acqua calda».

In piazza contro il maestro unico. Ma in Europa è una prassi

Primo giorno di scuola

Genitori, bambini e docenti precari hanno “occupato” pacificamente questa mattina la scalinata del ministero dell’Istruzione presidiato dalle forze dell’ordine per dire no alla riforma del ministro Mariastella Gelmini. Nel “No Gelmini day”, il cartello più gettonato, recita: “Il futuro dei bambini non fa rima con Gelmini”, anche se molto numerosi gli slogan contro il ritorno del maestro unico. Un bambino con in mano il suo joy stick, contesta la riduzione del tempo pieno e il cartello che porta al collo recita: “bambino modello Gelmini: dalle 13 alle 20 davanti alla Play Station”. La protesta si è allargata nel pomeriggio a diverse scuole elementari di Roma. E venerdì scenderanno in piazza gli studenti dei licei della capitale con una mobilitazione che si concluderà alle 10 davanti Viale Trastevere.

Tutti contro il ritorno del maestro unico, insomma. Ma in Europa come vanno le cose? Entrando nella banca dati della rete “Eurydice” sui sistemi educativi europei si fa una scoperta interessante: nessun paese prevede nella scuola primaria la pluralità dei docenti che vige in Italia nell’organizzazione modulare. Vediamo qualche esempio. In Austria, per tutti e 4 gli anni della scuola primaria, c’è un maestro unico per classe più un insegnante di religione e, in certi casi, insegnante di lavori tecnici e/o tessili. In Estonia, Finlandia e Francia nei primi 6 anni del ciclo di base, corrispondenti al livello primario, c’è un maestro unico generalista per tutte le materie. In Francia, ci sono talvolta insegnanti negli ambiti artistici e sportivi, ma si tenta di “scoraggiare” queste iniziative. In Germania, maestro unico nel primo e secondo anno; dal terzo vengono introdotti più maestri per le varie materie per abituarli al livello secondario. In Inghilterra c’è il maestro unico, generalmente annuale (cambia ogni anno). In Portogallo, lo stesso insegnante accompagna la classe per tutto il primo ciclo del percorso obbligatorio (6 a 10 anni di età). In Spagna: maestro unico. Insegnanti specialisti per educazione fisica, musica, lingua straniera e per eventuali altre materie offerte dalla scuola. In Svezia, in genere, un insegnante per i primi 3 anni del ciclo unico (da 7 a 10 anni).

Forte del suo piano, il ministro non si lascia scoraggiare: “Ci sono due Italia: una è per una scuola di qualità, degli insegnanti che vogliono essere pagati meglio ed è quella della maggioranza degli italiani. L’altra è quella di una piccola frangia che ha deciso di non guardare i problemi e preferisce protestare. Li lascio fare”, ha affermato, a margine di un convegno alla Luiss, commentando le manifestazioni di protesta. Per il ministro occorre, inoltre, ragionare “sulla possibilità di un modello di valutazione esterna, eventualmente affidata a un team di professionisti, che periodicamente visitino le scuole, adeguatamente accompagnato da processi di autovalutazione basati su modelli standardizzati e uniformi”.

Mariastella Gelmini

E in serata arriva anche la presa di posizione del premier Berlusconi. “I leader dell’opposizione si sono inventati l’ennesima menzogna, la presunta cacciata di 87mila docenti. Non c’è e non ci sarà nessuna cacciata. Il numero di 87 mila è quello degli insegnanti in meno che abbiamo programmato da qui a tre anni e che si realizzerà con i pensionamenti e il blocco del turn over”, così il presidente del Consiglio nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi affiancato dal ministro anti sprechi Renato Brunetta e dalla stessa Gelmini. “C’è un egualitarismo che troverebbe cittadinanza in un sistema socialista”, ha commentato Berlusconi spiegando la necessità di cambiare il sistema scolastico italiano. “Abbiamo parlato del 7 in condotta, ma è chiaro che gli insegnati avranno buon senso, ha continuato Berlusconi aggiungendo comunque di essere certo che gli italiani “abbiano gradito l’impegno del governo contro il degrado e la maleducazione perché ritorni il senso di responsabilità contro fenomeni di aggressività e bullismo”. E ancora: “Con il maestro unico ci saranno insegnanti che si libereranno per il tempo pieno” ha detto il presidente del Consiglio. “Pensiamo di poter garantire un aumento del 50 per cento o anche più del tempo pieno. Avremo meno insegnanti, come nel resto d’Europa, e questi insegnanti intendiamo pagarli meglio”. Su fronte dell’innovazione, la Gelmini ha annunciato che da novembre nelle scuole medie arriveranno 10mila lavagne interattive multimediali. Le lavagne saranno fornite alle scuole complete di videoproiettore e casse acustiche insieme ad un pc portatile. Spetterà all’agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica (ex Indire) organizzare la formazione per 24 mila docenti sulle lavagne multimediali. Che, nelle intenzioni del ministro, daranno il via “alla scuola digitale in Italia”.

A quanto sopra scritto si aggiunga anche che nelle scuole elementari statunitensi che vengono chiamate Charity School vige la prassi del maestro unico. Non solo, ma alla fine di ogni anno gli alunni sono chiamati a cimentarsi in test che verifichino la loro preparazione e se un numero troppo elevato di alunni per classe non lo supera, il maestro viene licenziato per incompetenza. A quando in Italia si farà questo ulteriore passo in avanti?

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