sabato 25 ottobre 2008

All'Università tagli "solo" del 3%

Ieri sera (venerdì 25/10/08) si è svolta una straordinaria puntata di Matrix, probabilmente una delle più belle dedicate alla scuola ed all'Università dalla televisione italiana. Ospite della puntata quel R. Perotti che si è avuto modo di incontrare nei giorni scorsi proprio su questo blog. Si è molto parlato in questi giorni dei tagli alla ricerca ed all'università «Gli studenti della Sapienza manifestano contro i tagli. Prima di entrare qui ho chiesto "secondo voi di quanto ha tagliato il Governo i fondi dell'università?" e la risposta è stata "Ci hanno detto che è circa il 10%". In realtà se si guarda, lungi da me difendere la riforma Gelmini che è stata un disastro, però i dati sono i dati, ed i tagli sono circa del 3%. Non sono bazzecole ma non sono una cosa drammatica. [... Esiste] un legame perverso fra i baroni e i rettori e gli studenti, che non sono strumentalizzati ma sono sicuramente male informati e sicuramente fanno il gioco di quei baroni che dovrebbero combattere con tutte le loro forze». La dizione "riforma Gelmini" ovviamente va letta come "finanziaria di Tremonti", poiché non solo non esiste nessuna riforma Gelmini ma evidentemente la Gelmini è tra le ultime che possa dire anche solo "a" sulla finanziaria di questo Governo e si è soltanto limitata a trovare un modo di far quadrare i conti all'interno del suo ministero. Allora, io che nel mio piccolo ho vissuto 7 anni all'Università, che posso fregiarmi di due lauree con il massimo dei voti, che sto frequentando un master, faccio queste semplici considerazioni:
  • come mai negli anni passati, che pure qualcosa si è sempre tagliato all'università, le stesse non si preoccupavano di mettere il più possibile sulla ricerca ma aumentavano a dismisura cattedre, corsi e posti di potere?
  • Quanto sta ridotta male l'università se un taglio del 3% la mette in ginocchio tale da non poter proseguire con la sua attività didattica e di ricerca?
Si dice sempre: nessun Paese al mondo taglia i fondi alla cultura. Vero (forse), ma nessun Paese al mondo ha il terzo debito pubblico, vi paga sopra 70 miliardi l'anno di interessi ed ha una pubblica amministrazione così incredibilmente gonfia di impiegati. Nessun Paese al mondo taglia sulla scuola, ma nessun Paese al mondo ha moltiplicato pani e pesci (leggasi "maestri") con l'unico intento di regalare posti di lavoro al proprio elettorato o ai propri iscritti (leggasi "sindacati"). Pochi Paesi al mondo spendono meno dell'Italia in fatto di ricerca, ma l'Italia ha il costo studente a tempo pieno tra i più alti del mondo, con 16000 dollari si piazza al quarto posto internazionale, superata soltanto da Stati Uniti, Svizzera e Svezia. Se soltanto le università riuscissero a risparmiare su quest'ultima voce 1000 dollari per alunno, portando il costo da 16000$ a 15000$, il risparmio netto ammonterebbe a diverse centinaia di milioni di euro, cioè una cifra forse superiore ai tagli previsti, che per i più smemorati e per i più ignoranti ricordo essere così ripartita per il prossimo triennio (p. 56, fonte):
  • 017 Ricerca e innovazione ---> 13.374.000€
  • 023 Istruzione universitaria ---> 405.526.000€
Questi sono i tagli all'università, non 1,5miliardi come si ripete in televisione, giacché la dotazione economica in forza al Ministero della Pubblica Istruzione riguarda evidentemente anche l'istruzione scolastica, servizi generali e fondi da ripartire, i quali ultimi da qualche anno a questa parte vengono utilizzati quasi esclusivamente per coprire stipendi di personale. Dunque 1000$ a testa per alunno a tempo pieno, più altri milioni di euro che potrebbero essere recuperati se:
  • si abolissero tutti i corsi di laurea con meno di 20-30-50 alunni
  • si chiudessero tutte le sedi distaccate disposte in aree del territorio italiano strategicamente irrilevanti
  • si abolissero tutte quelle Facoltà che hanno continuità territoriale con altre Università (a cosa servono 4 Facoltà di Agraria nella sola Emilia-Romagna? Non ne bastano 2 o anche 1 sola?)
  • si abolissero tutte quelle Facoltà che hanno meno di 40-50 alunni (sono centinaia)
  • si abolissero tutti quei corsi doppioni e triploni ( del tipo laurea in agraria - laurea in tecnologia agraria - laurea in biotecnologia agraria)
L'università ha 5400 corsi di laurea, laddove neanche 10 anni fa erano meno della metà. I rettori ed i baroni, ai quali ogni anno venivano tagliati i fondi, hanno continuato a moltiplicare cattedre sfondando nella maggioranza dei casi il tetto del 90% posto per legge. L'Italia non ha bisogno di 5400 corsi, ma di 3000 corsi ben fatti e ben congegnati. Non ha bisogno di decine e decine di facoltà dislocate in ogni anfratto della Penisola, ma di una migliore distribuzione delle risorse, con Università dedicate alla ricerca ed Università dedicate alla didattica, dove i fondi vengano in tal modo indirizzati verso un unico campo. Ha inoltre bisogno di valutare costantemente i propri alunni, creando un sistema di test (ad esempio sul modello USA), vincolanti alla permanenza in ambito universitario: solo così sarà possibile fare in modo che i meno fortunati sul piano economico possano avere accesso a quella mobilità sociale oggi preclusa da un sistema antimeritocratico che premia i ricchi ed i lecchini a discapito degli intelligenti e degli studiosi. Altro che scendere in piazza, altro che protestare, altro che bloccare la didattica, altro che stracciarsi le vesti in quel "clan" chiamato CRUI (è la parola utilizzata da Perotti che poi aggiunge: "è un eufemismo per non dire altro", e non credo ci sia bisogno di spiegare cosa sia "l'altro" termine). MERITOCRAZIA, MERITOCRAZIA, MERITOCRAZIA, cacciare i fannulloni, i baroni, i professori incompetenti, i rettori incapaci, gli alunni svogliati... Solo così l'Università riparte: dice ancora Perotti a Matrix, con il quale chiudo: «Per risolvere i problemi dell'università italiana bisogna che le risorse vadano a chi fa ricerca bene [...] e penalizzare chi fa cattiva ricerca e cattiva didattica. [...] In Italia, se noi raddoppiamo i fondi all'università di Bari questi verranno utilizzati, invece che per assumere due nuore o due cognati, ne assumeranno quattro. Quindi la relazione... in Italia si procede solo ed esclusivamente per anzianità, non c'è nessun incentivo ed aumentare i fondi non servirà a niente». I rettori si lamentano perché gli hanno tagliato i fondi? Si lamentano contro Tremonti perché gli sta rompendo il giocattolo, gli sta rompendo il gioco perverso della moltiplicazione magica di posti di potere a tutto danno degli studenti. Che invece di prenderli a pedate si uniscono a loro per mantenere invariato lo status quo della baronia italiana (tema ampiamente ribadito da Perotti nella puntata di Matrix). Ed il fatto che la stragrande maggioranza dei protestanti sia riconducibile all'area politica di sinistra (intendendo con tale parola tutta l'area che va dal PD ai comunisti), dovrebbe far riflettere non poco gli osservatori esterni.

4 commenti:

  1. bellissimo articolo COMPLIMENTI, mi associo

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  2. mi piacciono tutti questi dati,ma non hai riportato cose interessanti come:

    - stiamo tagliando i fondi alla ricerca (come a tutte le altre cose) perchè siamo in crisi,ma non hai detto che noi spendiamo SOLO il 2% in ricerca e sviluppo (quando gli altri paesi nell'area euro spendono in media il 3%; la crescita economica spagnola si spiega con l'investimento nella ricerca,ossia sui giovani...lascialo dire a chi ha vissuto in spagna per un anno e ha parlato con gli spagnoli)...quindi stiamo levando dei soldi a qualcosa che già vive con pochi soldi...QUESTO DATO NON L'HAI MESSO,PERCHE'?
    -la media d'età dei professori universitari in italia è imbarazzante e con questa legge 133 (ORA è legge) tenderà ad aumentare ancora di più.non è che se fino ad ora siamo andati per anzianità vuol dire che dobbiamo amplificare questo effetto...anzi dovremmo limitarlo,e questa legge non aiuta di certo (lo dici pure te)
    - studio ingegneria meccanica,laurea notoriamente difficile,e alla specialistica ci arrivano poche persone.quelle poche che ci arrivano occuperanno classi da meno di 20 persone...secondo quello che si evince dal discorso del TUO caro Perotti dovremmo andare a fare la specialistica da altre parti...ma io abito a Roma centro,possibile che per andare a fare la specialistica nella mia facoltà devo andare al politecnico di torino perchè sennò non occupiamo abbastanza banchi?!?
    - diminuendo da 16000euro a 15000 euro la spesa statale per ogni studente si arriverebbero a pagare tasse (almeno per l'università di RomaTre) di almeno 1500-2000 euro all'anno.si risparmia se TUTTI potessero permetterselo,ma credo che molti non andrebbero proprio all'uni,quindi ci andremmo a perdere...comodo parlare coi soldi in tasca...

    mi spiace che tanta gente che leggerà il tuo articolo prenderà fischi per fiaschi perchè probabilmente neanche hai letto la legge: infatti i fondi per la ricerca ad oggi ammontano a 9miliardi di euro e dopo il 2012 ammonteranno a 7,2 miliardi di euro,il 20% in meno (non serve essere ingegneri...).questo il tuo perotti non l'ha detto,ma te neanche lo sai...

    ...ti prego,leggi la 133 prima di parlare...la tua analisi si limita a riportare quello che ha detto perotti a matrix senza prima documentarti...se migliaia di persone in tutta italia sono arrabbiate nere un motivo ci sarà,questo non te lo sei chiesto?

    Alessandro Russo
    attendo la tua risposta

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  3. io sono d'accordo con Perotti e con la riforma, non capisco perche non si possa provare ad andare a scuola e ad accettarla anzi che fare tutto questo casino che tanto nessuno ascolta... se prevedete il futuro x poter criticare la riforma vi invidio! e poi se proprio dobbiamo manifestare possiamo evitare di picchiarci di scendere sui binari o di tirare in mezzo la politica (come ai tg che dietro a una ragazza intervistata che diceva "siamo solo studenti e la politica non centra" c'erano 2 ragazzi col pugno alzato!)?! a me tutto questo sembra assurdo.. se stanno facendo queste proposte e queste leggi chiediamoci il perchè e chiediamoci perchè sono arrivati li dove sono i nostri ministri! stanno solo cercando di migliorare, partendo dalle elementari, al voto in condotta x punire i coglioni che vanno a scuola x farsi vedere che fanno i bulli e semplicemente non volendo più sprecare fondi per università inutili perchè li hanno già sprecati negli scorsi anni e state tranquilli che non credo che siano cosi sadici da volerci rovinare il futuro, non lo credo proprio!

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  4. Risposta ad Alessandro Russo

    1) La Spagna non ha il debito pubblico dell'Italia, nessun Paese occidentale ha il debito pubblico dell'Italia, nessun Paese occidentale paga 70 miliardi (ripeto 70) di interessi su tale debito. Penso che la differenza di investimenti stia tutta lì.

    2) la legge 133 non è una riforma ma una legge di bilancio, ergo non compete ad essa modificare i rapporti tra i docenti universitari. È in capo al Ministro Gelmini riformare i concorsi universitari, quindi bontà vorrebbe che almeno si aspettasse la sua idea di riforma dell'accesso all'università e vedere se può aiutare oppure no (ma andrebbe accompagnata anche da interventi strutturali come ad esempio l'edilizia studentesca). È pronto il disegno di legge, sarà presentato questa settimana e poi vedremo.

    3) ovviamente nessuno ha intenzione di chiudere ingegneria a Roma "La Sapienza", per esempio. Più che altro il problema nasce quando in Italia decine di università hanno gli stessi corsi: ti sembra normale che nella sola Emilia Romagna vi siano 4 Facoltà di Agraria? Ti sembra normale che in tutta Italia ci siano 14 Facoltà di Veterinaria quando in tutta la Francia ce ne sono 4, che devono pensare ad una popolazione bovina nettamente superiore alla nostra? Allora poi inutile lamentarsi se i soldi alla ricerca sono pochi...
    Tu non credo avresti alcun problema ad andare a Torino se qualcuno ti pagasse l'università: se avessi letto il libro di Perotti sapresti che è tutto collegato.

    4) non è assolutamente vero, visto che le tasse sono bloccate per decreto ministeriale (20% del FFO). Se lo Stato risparmiasse 1000$ per studente, ciò non significa che quei soldi non potrebbero rientrare con altri sistemi: ad esempio cancellando facoltà inutili, corsi per parrucchieri e riportando ad un livello congruo il rapporto docenti/studenti, che attualmente è più alto in Italia che (ad es.) in Gran Bretagna.

    Io la legge la conosco a memoria (tu invece non sai neanche che le tasse universitarie non possono aumentare), conosco a memoria anche le tabelle ministeriali di spesa (che tu probabilmente non sai neanche dove andare a prendere): i 9 miliardi non sono per la ricerca ma per l'Università nel suo complesso, alla ricerca (o se vogliamo chiamarlo al famoso fondo Prin, a patto che tu sappia cosa sia) vanno circa 95 milioni di euro. I tagli all'Università incidono sul fondo ricerca per pochi milioni di euro, in realtà il vero taglio si avrà sull'istruzione universitaria (voce 2.3.2), e sarà in capo alle Università evitare di spendere 80mila euro per un quadro, 23mila euro per i divani in pelle, 90mila euro per la Mercedes con televisore al plasma del Rettore, assumere parenti, amici ed amici degli amici come succede oggi, con il risultato di moltiplicare cattedre e corsi a dismisura. Se ad una ricerca sulle staminali vanno 27mila euro, quante ricerche ci faccio risparmiando i quasi 200mila euro (che si riferiscono alla sola univ. di Messina) citati prima?

    Certo che me lo sono chiesto come mai la gente protesta: esattamente perché non conosce le regole universitarie! La gente protesta perché pensa che aumenteranno le tasse (invece NON è vero), protesta perché pensano che verranno vendute a privati (invece rimarranno a controllo ministeriale e sottoposte alle attuali leggi statali)*, protesta perché ci sono tagli ma allora perché non protestava quando tagliava il Governo Prodi? Dov'erano le proteste quando Padoa-Schioppa tagliava 87 milioni per darli agli autotrasportatori? Dov'era quando tagliava altri 200 milioni per esigenze di bilancio? Non mi dire che un minimo di sfondo politico in questa protesta non ci sia! E poi la scuola e l'università protestano sempre, più o meno per il 40esimo anno di fila: ma non mi sembra che il Governo Prodi si sia fatto scrupoli del sommovimento nazionale post decreto Bersani, non mi sembra si sia fatto scrupolo dei 750.000 di piazza S. Giovanni dopo la Finanziaria 2007... Non mi sembra neanche che abbia fatto chissà cosa di fronte alle proteste per le riforme Berlinguer e Zecchino (andò avanti, salvo stracciare la parte relativa alla meritocrazia invisa al PCI di allora). Eppure a protestare erano più di 1milione di persone: per intenderci, probabilmente più di quante non abbiano partecipato allo sciopero nazionale della Scuola...

    Mi scuso per il ritardo e la lunghezza del post.

    *= dalla puntata di AnnoZero.

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