martedì 21 ottobre 2008

2 miliardi per la formazione di docenti

Fonte ilsole24ore.it Due miliardi non solo per l'aggiornamento e la formazione dei docenti, ma anche per gli scatti di carriera legati al merito. I fondi arriveranno dai risparmi realizzati con la manovra sulla scuola. Lo ha annunciato il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini intervenendo al Drugs off day della Comunità di San Patrignano a Coriano (Rimini). Il tutto sarà accompagnato da un sistema di valutazione dei docenti e dei dirigenti scolastici. Si sta anche lavorando a un provvedimento per il reclutamento e l'inquadramento giuridico degli insegnanti che oggi è basato sull'anzianità. Poi Gelmini ripercorre le prossime mosse previste dalla sua riforma, a partire dagli istituti tecnici e professionali che devono avere assoluta pari dignità dei licei. «Negli istituti tecnici - spiega - ci sono 900 indirizzi: è una assurdità. Faremo una riforma per cui davvero alla fine del ciclo di studi ci sarà per gli studenti un titolo spendibile sul mercato del lavoro». La rinuncia al voto in condotta sarebbe codardia. La rinuncia al «voto in condotta» previsto nella riforma della scuola sarebbe un atto di codardia. «Il voto – dice Gelmini - ripristina la centralità della missione educativa dentro la scuola». Ha quindi l'obiettivo di «educare, non tanto per sanzionare, chi tiene comportamenti scorretti». I sindacati ingessano la scuola. Chi non vuole cambiare la scuola lo fa per difendere i corporativismi. Per questo la Gelmini invita gli studenti a «non appaltare la scuola ai sindacati» che con le loro infinite contrattazioni e proteste non l'hanno portata da nessuna parte. «Chi difende lo status quo - dice Gelmini - non ha in mente la generazione del 2020, ma la difesa dei corporativismi che hanno ingessato finora la scuola». La scuola, ha detto agli studenti, «è stata per troppo tempo al centro della contrattazione sindacale e se gli insegnanti prendono ancora 1.200/1.300 euro dopo molti anni», vuol dire che «la strada non è quella della discesa in piazza, della conflittualità, della contrapposizione». Troppo buonismo sulla droga. In Italia c'è troppo buonismo sulla droga, dice il ministro dell'Istruzione alla giornata di riflessione sul recupero dei tossicodipendenti. «Per troppi anni in Italia – ha detto il ministro - si è voluto giustificare il ragazzo che fa uso di droghe, sostenendo che erano la società e l'ambiente le cause e l'origine del disagio. Io credo che ogni persona sia responsabile del proprio futuro. Chi vuole veramente bene a questi ragazzi ha il dovere di dire loro che sbagliano, il buonismo non serve ad aiutarli». In arrivo la riforma delle università. Pochi disegni di legge per cambiare il volto dell'università italiana. «Nelle prossime settimane – annuncia Mariastella Gelmini - intendo presentare un cronoprogramma delle priorità che vanno attuate nell'ambito dell'università per risollevare le sorti dell'università». Nel sistema universitario, continua ci sono luci e ombre, ci sono alcune emergenze da affrontare, come per esempio la proliferazione del numero dei corsi. Un fenomeno questo che «non è più sostenibile né da un punto di vista finanziario né tantomeno per la qualità dell'università stessa». Per la Gelmini «non sarà più possibile spendere le risorse a pioggia. Occorre valutare i singoli progetti, la qualità della ricerca e finanziare solo la ricerca più importante, quella qualitativamente più adeguata». Troppi 5.500 corsi di laurea, 300 sedi distaccate e una media di laureati inferiore a quella di altri paesi europei, «con oltre al 50% dei ragazzi che non arriva alla laurea». Con questi numeri per il ministro non c'è motivo di essere contenti. «Nessuna università italiana fra le prime 100», osserva ancora Gelmini che aggiunge: «Il 90% del fondo ordinario per la spesa corrente e una governance dove i rettori sono spesso oggetto di ricatti. Non sono un segno di efficienza».

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